Il trading algoritmico è anche noto come trading ad alta frequenza e, nel gergo finanziario, come Algo Trading. Si tratta di una strategia di investimento basata su un modello economico e su dei software informatici capaci di prendere posizione su un mercato. Con la dematerializzazione degli ordini di trading e la potenza di calcolo sempre maggiore dei computer, questo tipo di trading conosce una vera e propria espansione. Spieghiamo qui nel modo più preciso possibile il funzionamento e il principio del trading algoritmico.
Il trading algoritmico è una modalità di investimento basata su un modello matematico che prende delle decisioni sulle prese di posizione al posto del tradizionale operatore e che ha cominciato ad essere sviluppato negli anni ‘80 in seguito alla dematerializzazione degli ordini di Borsa. Da notare che ad oggi ci vogliono appena 13 millisecondi per effettuare un’andata/ritorno via cavo tra la Borsa del NASDAQ e quella di Chicago e che oltre il 70% delle transazioni borsistiche statunitensi utilizzano questa forma di trading.
I software di trading algoritmico più recenti propongono inoltre delle strategie decisionali profittando del fatto che l’informatica può reagire in maniera istantanea al minimo cambiamento di quotazione ed è quindi più rapida di un trader umano.
Una delle prerogative questo tipo di trading è il suo utilizzo su un mercato con una grande liquidità e su dei prodotti classici come azioni di Borsa, valute e prodotti di tasso.
Del trading algoritmico fanno parte due tipi di attività: le operazioni di Borsa assistite e il trading automatico.
Le prime sono in qualche modo la versione di base di questo metodo dato che i modelli matematici utilizzati si limitano a fornire dei suggerimenti di trading che gli investitori sono liberi di utilizzare o meno effettuando loro stessi gli ordini.
Il trading automatico è più raro e complesso ed effettua direttamente le transazioni 24 ore su 24 in funzione delle strategie configurate. Il principio di funzionamento è quello della troncatura degli ordini voluminosi in serie di lotti assimilabili dal mercato al fine di ridurre le spese di mediazione effettuando gli ordini direttamente tramite una macchina.
Ovviamente, questo tipo di trading è regolamentato e vi si applicano le diverse regole pubblicate dal MIFID 2 e dal 2016 le società che trasmettono almeno due ordini al secondo su uno strumento o su una piattaforma oppure 4 messaggi su differenti strumenti e su una piattaforma vengono considerati come operatori di trading ad alta frequenza.
È ovvio che il trading algoritmico non è destinato ai principianti e, infatti, gli algoritmi di trading richiedono di essere in grado di programmarli definendo le istruzioni di lavoro per seguire una strategia di investimento precisa e ragionata. Le transazioni realizzate da questi strumenti, comunque concepiti per funzionare su differenti sistemi operativi, sono ovviamente criptate.
Grazie alla potenza di calcolo dei computer diventa possibile associare in contemporanea diverse fonti tenendo conto dello storico del mercato, della volatilità e di ulteriori elementi.
Regolarmente il trading algoritmico viene accusato di manipolare le quotazioni. È su questa base che, per esempio, a giugno 2016 l’autorità dei mercati francese ha richiesto una sanzione di un milione di euro contro il trader ad alta frequenza Getco accusandolo di aver manipolato la quotazione di almeno 7 valori del CAC 40.
In precedenza, nel 2015, sono stati Euronext e Virtu, un trader statunitense specializzato in questo tipo di trading, ad essere condannati per lo stesso motivo.
La manipolazione delle quotazioni è infatti resa possibile dall’estrema velocità di calcolo delle macchine e da tecniche come lo spoofing che consiste nel sommergere il mercato di ordini e nell’annullarli per simulare una forte domanda. Questo tipo di operazioni permette, per esempio, di vendere dei titoli di cui si è creata personalmente la quotazione.
Per ridurre questi rischi di manipolazioni, le autorità europee hanno richiesto ai trader ad alta frequenza di conservare i propri algoritmi per 5 anni e di fornire delle informazioni dettagliate con 34 criteri sulle proprie transazioni. In Italia la CONSOB sorveglia con attenzione le transazioni e, in caso di operazioni sospette, può procedere a delle inchieste approfondite.
In conclusione, il trading algoritmico non è per tutti e ancora meno per gli investitori privati che svolgono sui mercati un’attività di trading occasionale.
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