Swap valutario: definizione e funzionamento

Chi fa trading regolarmente sul mercato dei cambi sa che è caratterizzato da frequenti variazioni dei tassi su cui si specula. Nell'ambito di questa attività, è normale sentir parlare anche dello swap valutario. In questo articolo approfondiamo l’argomento per permettere di comprenderne meglio il funzionamento.  

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Swap valutario: definizione e funzionamento

Definizione generale dello swap valutario:

Lo swap valutario è noto anche con il corrispondente termine inglese: “currency swap”. Si tratta in pratica di uno scambio di capitale tra due imprese e in due valute diverse ma può anche trattarsi semplicemente di uno scambio di valuta tra due parti. Lo swap valutario implica anche le condizioni che consentono di determinare il valore relativo degli attivi interessati, fra cui il valore di cambio di ciascuna valuta e il tasso di interesse dei paesi che la emettono.

Nell’ambito di un’operazione di swap valutario, le due parti si impegnano pertanto a scambiare l’importo di capitale di un prestito in una valuta e gli interessi che vi si applicano per un determinato periodo di tempo, contro un importo corrispondente agli interessi applicabili nella seconda valuta. Gli swap valutari vengono spesso utilizzati per scambiare pagamenti a tasso fisso su un debito con pagamenti a tasso variabile il cui pagamento varierà a seconda dell’andamento dei tassi di interesse. Tuttavia, tali swap possono essere utilizzati anche per operazioni a tasso fisso.

Pertanto, in un’operazione di swap valutario tradizionale, una delle parti prende in prestito un importo di valuta al tasso di cambio in vigore e, al tempo stesso, presta un importo corrispondente alla controparte nella valuta che detiene. Durante il contratto, ciascuna parte versa interessi all’altra nella valuta del capitale che ha ricevuto e, alla fine del contratto, entrambe le parti si rimborsano reciprocamente.

Immaginiamo, ad esempio, uno swap valutario tra una società statunitense ed una italiana. La società italiana prende in prestito 1 miliardo di dollari e presta 500 milioni di euro alla società statunitense con un tasso di cambio di 2 dollari per euro. Durante la durata del contratto, la società italiana riceve regolarmente un pagamento di interessi in euro da parte della società statunitense e un prezzo di base sullo swap. Da parte sua, la società italiana paga la società statunitense in dollari al tasso di cambio in corso. Al termine del contratto, la società italiana restituisce un capitale di 1 miliardo di dollari alla società statunitense e percepisce da parte sua i 500 milioni di euro versati.

 

Qual è l'interesse di uno swap valutario?

Le imprese che effettuano lo swap valutario lo fanno di norma allo scopo di ottenere un prestito a un tasso vantaggioso rispetto a quello del mercato locale e di bloccare un tasso di cambio predeterminato per il servizio di un titolo di debito in una valuta estera.

Gli swap valutari sono stati creati negli anni ‘70 da istituti finanziari britannici allo scopo di eludere il controllo sulle valute che era allora imposto. È nel 1981, tuttavia, che il mercato degli swap è stato lanciato nel quadro di un’operazione della Banca Mondiale per ridurre la propria esposizione ai tassi d’interesse con un prestito di dollari sui mercati statunitensi in cambio di obbligazioni in franchi svizzeri e in marchi tedeschi detenuti da IBM.

 

Gli FX swap e le loro specificità

Esiste anche un altro tipo di swap che si chiama “FX swap” e che presenta alcune specificità. L’FX swap non offre uno scambio di interessi durante la durata del contratto ma l’importo dei fondi scambiati è diverso alla fine del contratto. Gli FX swap vengono spesso utilizzati per ridurre il rischio di cambio mentre gli swap valutari vengono utilizzati per compensare sia i rischi di cambio che quelli legati al tasso di interesse. Di conseguenza, questi ultimi vengono spesso utilizzati da società multinazionali o da istituzioni finanziarie per finanziare investimenti in valuta estera con durate variabili che possono arrivare fino a 30 anni.

Gli FX swap vengono invece utilizzati soprattutto dagli esportatori o dagli importatori o da investitori istituzionali che cercano una copertura. La loro durata media varia da un giorno ad un anno. Secondo le statistiche e le indagini condotte dalla BRI presso le banche centrali, risulta che da alcuni anni gli FX swap sono gli strumenti di cambio più frequentemente negoziati e rappresentano gran parte delle operazioni sulle valute. Il volume degli scambi sugli swap valutari è molto meno elevato, con appena un quarto del volume degli FX swap.

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