Il PER - Price Earning Ratio
Questo indice rappresenta il rapporto tra la quotazione e l’utile netto delle azioni emesse da una società. Il PER reale viene calcolato a partire dall’EPS (earning per share ovvero utili per azione) dei 12 mesi precedenti mentre il PER futuro viene determinato a partire dalla stima dell’EPS dei 12 mesi a venire.
Il PER fornisce sul valore delle azioni di un’impresa un’indicazione che permette di valutare se siano o meno costose in relazione al mercato o al settore di attività e permette inoltre di conoscere l’evoluzione nel tempo della valorizzazione di una società. Da notare che, sebbene ci siano delle eccezioni, il PER delle aziende è in genere compreso tra 10 e 20. L’unico inconveniente di questo indice può essere utilizzato soltanto se l’impresa realizza degli utili.
Il PEG - Price Earning Growth
Questo indice ha il vantaggio di prendere in considerazione la dinamica dell’azienda e, infatti, per calcolare il PEG si divide il PER per il tasso di crescita previsto dell’EPS. *
Per quanto riguarda l’interpretazione di questo indice, più il PEG è basso, più il titolo ha un buon prezzo in considerazione degli utili previsti.
L’indice Price-to-book
Questo indice corrisponde al rapporto tra la quotazione di un’azione e l’utile netto per azione, ovvero gli attivi meno i debiti diviso per il numero di titoli.
Anche l’interpretazione di questo indice è molto semplice: quando è inferiore a 1 significa che il valore borsistico è inferiore al valore contabile ed è quindi sottovalutato. È tuttavia sconsigliato utilizzare questo indice da solo per valutare la sotto-valorizzazione di un attivo perché, prima di giungere a questa conclusione, bisogna prendere in considerazione la redditività della società. L’indice Price-to-book va utilizzato con alcuni tipi di impresa tra cui quelle industriali che dispongono di beni tangibili.
Il rendimento
È un altro tra gli indici più apprezzati dai trader e, ottenuto dal rapporto tra il dividendo dell’azione e la quotazione dell’azione stessa, rappresenta la redditività di un titolo nell’arco di un anno. In genere si rileva il fatto che le aziende maggiormente consolidate offrono un dividendo più elevato mentre quelle più recenti offrono raramente dei dividendi ai loro azionisti ed il loro rendimento è quindi inesistente.
Il tasso di ridistribuzione
Il tasso di ridistribuzione permette agli investitori di conoscere la capacità di un’impresa nel mantenere il proprio dividendo e rappresenta infatti la quota di utili distribuita sotto forma di dividendo.
Anche in questo caso, l’anzianità dell’impresa influisce sulla forza dell’indice perché le imprese maggiormente consolidate tendono a versare una maggior quantità di utili ai loro azionisti e presentano quindi un tasso di ridistribuzione più elevato. Attiriamo comunque l’attenzione sul fatto che un tasso di ridistribuzione troppo elevato può comportare l’incapacità dell’impresa a mantenere nel tempo i propri dividendi.
Il margine operativo
Il margine operativo viene utilizzato per analizzare concretamente la redditività di un’impresa. Si tratta di un indice che tende a valutare la vitalità di un’impresa ed è sinonimo della redditività generata dalla sola gestione dell’azienda, quindi senza prendere in considerazione i risultati finanziari eccezionali.
Per quanto riguarda la sua interpretazione, un margine operativo troppo basso costituisce un rischio in caso di rallentamento economico.
La leva finanziaria
La leva finanziaria è un indice che permette di verificare la solidità di un’impresa e si ottiene dividendo il debito netto per il margine operativo lordo. Questa leva rappresenta il numero di anni necessari all’azienda per rimborsare i suoi debiti finanziari grazie alla liquidità ottenuta dalla gestione. Un valore di questo indice inferiore a 2 dimostra una grande solidità della società analizzata, tra 2 e 4 una solidità accettabile e al di sopra di 4 indica un rischio elevato.