Cos’è l’indice PMI?
Per cominciare, ricordiamo che l’indice PMI è un indicatore che dà conto della fiducia dei responsabili degli acquisti in un ben determinato settore di attività. Tale livello di fiducia viene espresso sotto forma di percentuale e viene ottenuto sulla base di un sondaggio condotto mensilmente presso dei responsabili degli acquisti che passano degli ordini importanti. L’indice PMI è composto da 5 elementi ponderati che sono:
- Gli ordini effettuati, per il 30%
- La produzione, per il 25%
- L’impiego, per il 20%
- Le consegne, per il 15%
- Gli stock, per il 10%
Gli istituti finanziari che hanno in carico la pubblicazione degli indici PMI sono tre: Institute for Supply Management (ISM), la società inglese Markit e il Singapore Institute of Purchasing and Materials Management (SIPMM).
Gli indici PMI vengono inoltre classificati in quattro categorie a seconda dei settori di attività interessati:
- Il PMI del settore manifatturiero
- Il PMI del settore dei servizi
- Il PMI del settore delle costruzioni
- Il PMI dell’economia globale, anche detto PMI Composite.
Gli indici PMI si basano sulla psicologia dei responsabili degli acquisti per un periodo e a un momento dato.
Comprendere gli indici PMI
L’indice PMI ha il vantaggio di fornire una visione rapida della situazione economica di un settore di attività o di un paese e al tempo stesso, permettendo di fare delle previsioni su variazioni di PIL, inflazione e bilancia commerciale, misura soprattutto il livello di fiducia degli specialisti.
Quando un PMI è superiore al 50% significa che i responsabili degli acquisti sono fiduciosi e prevedono un’espansione economica mentre, nel caso contrario, quando l'indice PMI è inferiore al 50%, vuol dire che i responsabili degli acquisti si attendono una recessione economica.
Utilizzo e interpretazione dell’indice PMI per fare trading in Borsa
Per utilizzare l’indice PMI nel quadro di una strategia di investimento in Borsa, è opportuno prendere alcune precauzioni e non basarsi unicamente sui segnali di rialzo o di ribasso che fornisce.
È infatti noto che gli indici PMI vengono pubblicati con un mese di ritardo il che spiega perché sia complicato utilizzarli per una strategia di trading a breve termine e può accadere che, soprattutto in caso di grave crisi finanziaria o economica, i PMI mostrino dei segni di recessione troppo tardi.
Gli indici PMI possono inoltre fornire dei falsi segnali con, a seconda dei casi, dei falsi positivi o dei falsi negativi. Ciò comporta che un indice PMI sotto la soglia del 50% non significa che sta arrivando una recessione e, viceversa, un indice PMI elevato non è necessariamente una garanzia di crescita.
Di conseguenza, sebbene rimanga interessante utilizzare gli indici PMI come indici di Borsa, non si deve in nessun caso basare la propria strategia unicamente su di essi. Tuttavia, si può prendere una posizione opposta all’indice. Si nota infatti, in termini storici, che un PMI sotto il 50% senza rischi di crash induce spesso un’ondata di acquisti strategici e delle prese di decisione strategiche anche da parte dei responsabili degli acquisti. Un indice PMI basso può quindi indurre un rialzo a medio termine. Infatti, i responsabili degli acquisti poco fiduciosi riducono gli investimenti e adeguano gli stock e, quando poi constatano che il pericolo è passato e che la crisi non si è verificata, devono reinvestire e ricostituire gli stock dando un una spinta all’economia.
In conclusione, bisogna imparare nel tempo a padroneggiare gli effetti degli indici PMI sui mercati borsistici prima di utilizzarli come indicatori. Tuttavia, è caldamente consigliato servirsene come indicatore globale della psicologia del mercato per confermare o inficiare le proprie strategie e previsioni.