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ISIN: LU1778762911
Ticker: NYSE: SPOT
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Elementi da considerare prima di vendere o comprare azioni Spotify

Analisi n.1

L’evoluzione dei risultati del gruppo. Potete seguire questi risultati su base trimestrale prestando più particolarmente attenzione al livello di perdite e agli eventuali profitti futuri, visto che Spotify non produce ancora utili.

Analisi n.2

La concorrenza del settore non va trascurata visto che gli attori sono sempre più numerosi e conquistano giorno dopo giorno qualche quota di mercato.

Analisi n.3

Vanno anche seguiti con cura gli sforzi fatti da Spotify nel proporre dei servizi sempre più innovativi e nel distinguersi dai suoi concorrenti per attirare nuovi utenti.

Analisi n.4

Va da sé che tutti i partenariati stretti dal gruppo, soprattutto quelli che gli permettono di conquistare nuovi abbonati paganti, sono degli ottimi indicatori.

Analisi n.5

Vanno infine tenuti d’occhio tutti gli investimenti realizzati dalla società, soprattutto dopo la sua introduzione in Borsa.

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Cosa devo sapere prima di vendere o comprare azioni Spotify?

Comprare azioni Spotify

Il gruppo Spotify è una società svedese specializzata nello streaming di musica che gestisce un software e un sito web. Propone un servizio di ascolto istantaneo di musica con un catalogo variegato e molto grande di artisti e album offrendo delle funzionalità specifiche come la possibilità di ascoltare la musica senza essere connessi o di creare delle playlist. Inoltre, Spotify consente agli utenti di acquistare brani e album direttamente tramite un sito di vendita online di cui è partner.

Il gruppo Spotify ha sviluppato un business model che sfrutta principalmente gli introiti pubblicitari. Nella sua versione gratuita, infatti, mentre l’utente ascolta la musica vengono diffusi ad intervalli regolari degli spot pubblicitari. Spotify propone anche una versione a pagamento del proprio software per un importo di 9,99 € al mese, versione senza pubblicità e che consente un ascolto illimitato anche offline. Propone inoltre delle tariffe preferenziali per famiglie e studenti che possono così profittare del servizio a un prezzo ridotto. D’altra parte, Spotify basa la propria strategia commerciale su svariate offerte promozionali nel corso dell’anno che, dando la possibilità di scoprire questo software per una modica cifra durante i primi mesi, gli permettono di conquistare nuovi utenti.

Per proporre ai propri utenti innumerevoli titoli, il gruppo Spotify può contare su dei contratti stretti con le più grandi etichette musicali.

Il lettore musicale commercializzato online da Spotify ha subito una forte evoluzione dal momento del suo lancio nel 2006 e il successo del progetto è dovuto in particolare alle diverse partnership firmate con le principali etichette musicali che attualmente lo supportano quali EMI, Warner Music, Sony e Universal. Ciò consente di offrire agli utenti una grande biblioteca musicale e una funzione di ricerca per trovare i titoli che li interessano.

Il software utilizza un codec libero denominato Ogg Vorbis per comprimere i dati e fornisce poi un’applicazione client autonoma che consente agli utenti di accedere alla sua banca dati musicale.

Il software Spotify è compatibile con i diversi sistemi operativi del mercato, tra cui Linux, Mac OS X, Windows, Android, IOS e Symbian e funziona quindi sia su computer che su tablet e telefoni mobili.

Spotify offre ad oggi il proprio software di ascolto di musica in streaming in oltre 178 mercati internazionali e fa parte dei leader del settore dello streaming musicale e del download di musica con oltre 345 milioni di utenti attivi, di cui oltre 155 milioni di abbonati a pagamento. Di recente, nel 2021, l’offerta del gruppo è stata completata da una versione per bambini con parental control.

Crediti fotografici: ©daviles/123RF.COM

Concorrenza

Proponiamo ora di approfondire l’ambiente in cui si sviluppa il gruppo Spotify e, in particolare, il suo ambiente concorrenziale. Infatti, questa impresa non è sola su questo mercato e deve far fronte ad una concorrenza importante da parte di alcuni grandi operatori, tra cui:

Amazon Music

È una piattaforma di streaming musicale e un negozio di musica online gestito dal gigante Amazon lanciato nel settembre 2007 e diventato nel 2008 il primo negozio di musica online a vendere, senza gestione dei diritti digitali, la musica delle principali etichette musicali

Apple Music

Anche il servizio di musica on demand del gruppo Apple è un concorrente di Spotify. Si tratta di un sistema disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 su tutti gli apparecchi Apple, Android e fissi. Apple Music è attualmente disponibile in circa 60 paesi.

Deezer

La piattaforma francese di distribuzione digitale dedicata all’ascolto di musica in streaming lanciata nel 2007 offre un sito web e delle applicazioni mobili ed è un altro serio concorrente di Spotify. Sul sito web, una formula gratuita consente l’ascolto illimitato con pubblicità su tutti i supporti mentre con un abbonamento è possibile l’ascolto illimitato su cellulare senza pubblicità. L’impresa è entrata in Borsa nel 2015.

ITunes Store

Un tempo noto come iTunes Music Store, è un servizio di vendita di musica e altri contenuti online di Apple, creato nel 2003. Il servizio è accessibile tramite il software iTunes e, a partire dalla versione 4, è accessibile su MacOS e Windows e può funzionare su GNU e Linux per emulazione.

SoundCloud

Pur offrendo un servizio leggermente diverso, anche SoundCloud è un serio concorrente di Spotify. Si tratta di una piattaforma di distribuzione audio online in cui gli utenti possono collaborare e possono inoltre promuovere e distribuire i loro progetti musicali. Il sito conta oltre 40 milioni di iscritti e 200 milioni di visitatori unici al mese.

YouTube Music

Infine, bisogna seguire anche la piattaforma di servizi di streaming audio sviluppata dal gruppo filiale di Google che offre un’interfaccia su misura per il servizio di streaming di musica in continuo che consente agli utenti di visionare video musicali su YouTube in base a generi, elenchi di lettura e raccomandazioni. Vengono proposti la lettura senza pubblicità, la lettura solo audio in background e il download di canzoni per la lettura offline. Il servizio ha infine sostituito Google Play Music come servizio principale di Google per lo streaming e l’acquisto di musica.


Alleanze strategiche

Tinder

Nel 2016 il gruppo Spotify ha stretto un partenariato marketing unico nel suo genere con il sito e l’applicazione di incontri Tinder. Grazie a questo partenariato, gli utenti di Tinder possono ormai pubblicare un brano musicale nel loro profilo di incontri, ascoltare e condividere le loro canzoni preferite direttamente a partire dall’applicazione nonché vedere i profili dei single che hanno gli stessi gusti musicali.

Netflix

Nel 2017 anche il gigante statunitense dello streaming video Netflix si è associato a Spotify con la finalità di creare una playlist interattiva in grado far conoscere agli utenti i loro punti in comune con i personaggi della serie Stranger Things. Un link attivato da Spotify permette quindi di conoscere il risultato di questo test sulla base dei titoli più frequentemente ascoltati tramite il suo software.

BuzzFeed

Nel 2018, subito prima della sua introduzione in Borsa, Spotify ha deciso di diversificare la propria offerta di streaming proponendo in particolare dei contenuti giornalistici grazie ad un partenariato con vari editori. Il primo servizio di questo tipo, che si chiamerà Spotlight, sarà un podcast quotidiano di notizie sportive e culturali derivanti da un partenariato con BuzzFeed. Questo servizio, disponibile inizialmente negli Stati Uniti, potrebbe prossimamente arrivare in Europa.

Atol

Infine, sempre ad inizio 2018, Spotify tenta di conquistare i quarantenni stringendo un partenariato strategico con Atol, azienda nel settore dell’ottica. Al momento dell’ascolto di un brano degli anni ’70 o ’80 su una playlist Spotify, uno spot inviterà gli utenti ad andare da un ottico di questo gruppo per fare un test della vista.

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fattori positivi per le azioni Spotify
Gli elementi a favore di un rialzo della quotazione delle azioni

Per sapere se le azioni Spotify abbiano probabilità di evolvere al rialzo a lungo termine è ovviamente necessario comprendere e conoscere i punti forti dell’azienda nonché le opportunità che le si presentano. Ecco quindi un riassunto degli elementi positivi di Spotify ovvero quelli che giocano a favore di un’evoluzione rialzista.

Per prima cosa, il gruppo Spotify beneficia di un buon posizionamento sul mercato della musica in streaming essendo al tempo stesso il pioniere di questo settore di attività e il numero uno mondiale in termini di numero di utenti. Questo vantaggio gli conferisce una certa fiducia da parte dei consumatori.

Spotify attrae gli utenti, abbonati o meno, anche per via della semplicità di utilizzo rispetto ad alcuni dei suoi concorrenti. Infatti, oltre alle applicazioni per Smartphone e del software per PC, tablet e altri supporti, Spotify è accessibile su Internet e dispone di un’interfaccia sia ergonomica che ludica. La possibilità di ascoltare della musica gratuitamente e senza nessuna forma di abbonamento è anch’essa un vero e proprio plus per questa azienda che trae degli introiti attraverso la vendita di spazi pubblicitari.

Spotify ha anche ben compreso che l’utilizzo dei social network per farsi conoscere è un’ottima strategia. Grazie alle sue playlist dà alla sua piattaforma un aspetto social che gli consente al tempo stesso di fidelizzare i suoi utenti attuali e di guadagnarne di nuovi.

Spotify non intende fermarsi ai servizi che propone attualmente e, dopo il recente lancio di un servizio di notizie in streaming, studia la possibilità di diffondere contenuti in diretta e sviluppa un proprio servizio di video on demand.

Infine, per quanto riguarda i plus di Spotify, va anche notato che la sua anzianità nel settore e la sua esperienza ne fanno un intermediario di fiducia per gli artisti e le case di produzione. Il gruppo è così in grado di negoziare i prezzi con gli artisti e di guadagnare la fiducia degli inserzionisti  cui propone degli spazi pubblicitari.

fattori negativi per le azioni Spotify
Gli argomenti a favore di un ribasso della quotazione delle azioni

Le azioni Spotify non presentano ovviamente solo dei vantaggi ed è altrettanto necessario mettere in conto la possibilità che a lungo termine questo titolo evolva al ribasso. Ecco quindi i principali punti deboli di questa società e le minacce che potrebbero pesare sulla sua redditività.

Per prima cosa, Spotify è conosciuta per il fatto che, per via della gratuità del suo servizio di base, i compensi che riconosce agli artisti sono poco vantaggiosi. A lungo termine ciò potrebbe creare dei problemi se i concorrenti dovessero riconoscere dei compensi più elevati.

Inoltre, sebbene molto completo, il catalogo di Spotify rimane limitato a causa degli artisti che frammentano i propri album.

Da notare anche che il business model di Spotify, che ha come obiettivo di spingere gli utenti ad abbonarsi tramite la riduzione dell’accesso al servizio gratuito, può portare ad un rallentamento della crescita di utenti negli anni a venire.

Inoltre, l’accanita concorrenza in questo settore di attività da parte dei suoi avversari in fase di pieno sviluppo come Apple, Amazon e Google potrebbe pesare sulla notorietà di Spotify e fargli perdere la sua posizione di leader del settore, tanto più che queste società beneficiano anche di una grande popolarità agli occhi del pubblico.

Anche i download illegali, sempre più presenti nonostante le procedure messe in opera per limitare il fenomeno, costituiscono un forte limite per le imprese del settore che nel tempo potrebbero subire un calo di abbonamenti.

Infine, ricordiamo che Spotify non realizza ancora degli utili. La riduzione delle sue perdite e la realizzazione di nuovi guadagni è quindi una delle sfide chiave dei prossimi anni.

Riassumendo, è interessante confrontare le forze e le debolezze del gruppo Spotify per determinare le probabilità di crescita dell’azienda e, quindi, delle sue azioni in Borsa.

Le informazioni fornite in questa pagina sono solo indicative e non devono essere utilizzate senza effettuare un’analisi fondamentale più completa di questo titolo, tenendo conto, in particolare, dei dati esterni, delle pubblicazioni future e di qualsiasi notizia di natura fondamentale che potrebbe far evolvere questi punti di forza e di debolezza o renderli più o meno gravosi. Queste informazioni non costituiscono in alcun modo dei consigli per la realizzazione di transazioni né un incentivo ad comprare o vendere un attivo.

Domande frequenti

Come e quando è stato creato Spotify?

La società Spotify AB è stata fondata nel 2006 con la creazione del software omonimo. Questa impresa con sede in Svezia è stata fondata da Daniel Ek, ex direttore tecnico di Stardoll, e da Martin Lotentzon, co-fondatore di TradeDoubler.  La sede sociale dell’impresa è ad oggi in Lussemburgo e il suo polo di ricerca e sviluppo si trova a Stoccolma. Tuttavia, è solo nel 2008 che il software Spotify è stato reso disponibile al pubblico.

Come evolvono i risultati finanziari del gruppo Spotify?

L’evoluzione dei risultati finanziari del gruppo Spotify è stata piuttosto positiva negli ultimi anni. Se si guarda agli esercizi finanziari recenti, si può rilevare un aumento del fatturato ma una diminuzione del risultato netto. Infatti, nel 2019 Spotify ha realizzato un fatturato di 6.764 miliardi di euro, con un aumento del 28.62% rispetto al 2018, ma il risultato netto è stato di -186 milioni di euro, pari a un incremento supplementare del deficit del 58.76% rispetto al 2018.

È questo il momento giusto per comprare azioni Spotify?

Non c’è un vero e proprio momento ideale per acquistare azioni di una società come Spotify. Infatti, prima di comprare azioni Spotify, bisogna assicurarsi che le sue probabilità di rialzo siano significative e, a tal fine, è necessario ricorrere all’analisi tecnica e all’analisi fondamentale e confrontare i segnali ottenuti.

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